A tre anni dalla nascita ufficiale della televisione italiana, una pubblicità apparsa sulla rivista tuderte “Volontà” descriveva “un nuovo moderno televisore fabbricato a Todi” e annunciava che “dal 15 gennaio 1957 avranno inizio le pronotazioni presso la sede della Tedas Film“. Il riferimento era alla nuova azienda sorta a Todi in Viale Cortesi 57 (l’intero fabbricato dove c’è attualmente la concessionaria Piaggio, la Banca Popolare di Spoleto e il sottostante magazzino delle bevande) per iniziativa dei fratelli ingegner Angelo e Mario Carbonari, figli del noto Cavalier Luigi fondatore della Seminatrici Marzia, che all’epoca già dava lavoro ad oltre duecento dipendenti (cfr. “Le aziende tuderti di una volta” Tam Tam giugno e luglio 1997). Il televisore pubblicizzato si chiamava 3T22 (nome decifrabile in Televisori-Tedas-Todi, 22 Valvole) ed era disponibile delle versioni 17” e 21”, inizialmente realizzato assemblando parti di una famosa industria radiotecnica italiana, la Geloso. Questi televisori venivano distribuiti attraverso i Consorzi Agrari Provinciali e non a caso una serie del successivo modello Marte (presentato nel 1958) venne ribattezzato Ruralvisor e riportava disegnate sul frontale delle spighe di grano, proprio come nei radioricevitori voluti qualche decennio prima da Mussolini per riportare la radio anche nelle zone rurali. Nel 1959 uscirono i televisori Saturno 21” e Strenuus 17”, disponibili con mobile lucidato o rivestito di tessuto in vari colori, e la radio dal mobile in legno R77 che essendo a transistor (soluzione piuttosta ll’avanguardia per allora!) poteva funzionare a batterie e quindi risultava adatta anche in quelle remote zone ancora prive di regolare rete elettrica. Intanto nel 1960 iniziava la trasmissione del secondo canale RAI e i televisori prodotti dalla Tedas si dotavano dell’apposito selettore; la disponibilità di nuovi tubi catodici, inoltre, permetteva l’assemblaggio di televisori dal mobile molto sottile rispetto a classici e ingombranti “cassoni” precedenti. Il 1961 fu quindi l’anno del Mercurio 19” e del Sirio 23” (all’epoca certamente i tv più presenti nelle case del nostro territorio). Il Sirio riuscì ad aggiudicarsi addirittura la gara per la fornitura di tutte le Caserme dei Carabinieri d’Italia. Altro “ramo” della produzione Tedas fu quello delle fonovaligie (i classici giradischi a valigetta che tanto allietavano gli anni ’60) disponibili nei vari modelli chiamati Calliope, Nereide, Calipso, Tersicore e Niobe, delle quali una dotata persino di cambiadischi automatico. Venne prodotta anche una piccolissima radio a transistor, la TRT611, ricercatissima per ascoltare le partite di calcio. Nel frattempo la Tedas raggiungeva gli ottanta dipendenti. Successivamente uscirono altro modelli di televisori: Altair, Nettuno, Aldebaran e Iuppiter, fino a che si arrivò, nel 1966, alla drammatica chiusura dello stabilimento tuderte. Grazie all’impegno dell’imprenditore Luigi Granieri, la produzione Tedas riprese successivamente a Pantalla, dove continuò fino ai primi anni ’70 (cfr. “La vita è una storia fantastica” di Luigi Granieri). Di questo periodo va segnalata un particolare linea di lussuosi televisori ospitati in pregiatissimi mobili in legno nonché il brevetto del primo videocitofono. Dalle ceneri della Tedas sarebbe nata successivamente la Selti. Ma questa è un’altra storia.
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